Lombardia Notizie – Cultura per rinascere dopo la tragedia del terremoto. Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ha spiegato lo spirito della grande mostra diffusa su Cola dell’Amatrice, ideata con Vittorio Sgarbi, che a partire da dicembre, si svolgerà in quattro città: Milano (Museo Bagatti Valsecchi), Mantova (Palazzo Te), L’Aquila (Basilica di San Bernardino) e Ascoli Piceno (Pinacoteca Civica). “Vogliamo guardare al futuro – ha spiegato – attraverso l’arte e la bellezza. Vogliamo parlare della vita e non solo della morte. Oggi – ha osservato – ci sono i funerali delle vittime e il nostro pensiero va alle loro famiglie e ai loro cari. E’ il giorno del dolore. Ma vogliamo celebrare anche la voglia di rinascita e la nostra iniziativa ha questo significato. L’arte sopravvive a ogni tragedia e noi vogliamo usare anche questo mezzo per continuare a portare il nostro contributo ai territori colpiti dal sisma”.

maroniRiportare alla luce il nome di un grande maestro del Quattrocento italiano, dimenticato da molti e forse ignoto ai più, è l’obiettivo della grande mostra diffusa dal titolo ‘Cola dell’Amatrice -L’indimenticabile’, ideata da Vittorio Sgarbi con il patrocinio di Regione Lombardia, presentata oggi a Palazzo Lombardia.

Una metafora della ricostruzione del terremoto del centro Italia che più di tutte ha devastato proprio il borgo di Amatrice, che nel 1480 ha dato i natali a Cola dell’Amatrice, al secolo Nicola di Filotesio, artista eccentrico che partendo da riferimenti culturali umbro-romani di fine quattrocento, riuscì a recepire e rielaborare le suggestioni pittoriche moderne inaugurate nell’Urbe Michelangelo e Raffaello.

I LUOGHI

sgarbiA partire dal mese di dicembre, l’esposizione si svolgerà in quattro città: Milano (Museo Bagatti Valsecchi), Mantova (Palazzo Te), L’Aquila (Basilica di San Bernardino) e Ascoli Piceno (Pinacoteca Civica) dando la possibilità ai visitatori, con un unico biglietto del costo di dieci euro, di accedere a tutte le sedi e godere della visione di opere mobili, dipinti, sculture e disegni provenienti da collezioni pubbliche e private, tra cui la celebre ‘Sacra famiglia con san Giovannino’.

SIGNIFICATO METAFORICO

“Questa mostra rappresenta al contempo un’operazione metaforica straordinaria – spiega Sgarbi -: dissotterriamo dall’oblio un artista ferito dal tempo, ma non morto, che porta il nome della sua città, Amatrice, e lo facciamo risorgere nell’integrità straordinaria della sua opera, che è stata assai prolifica”. Un altro modo per mantenere accesi i riflettori sulla città di Amatrice, devastata dal sisma del 24 agosto, attraverso la celebrazione di un artista amatriciano ‘di assoluto livello’.