Chi si è recato all’Expo, sarà certamente rimasto piacevolmente impressionato dalle innumerevoli e differenti iniziative già in essere o innovative poste a tutela dell’ambiente largamente inteso; non da ultimo, il padiglione USA ha proposto un’idea di orto in verticale, predisposto sulle pareti dei grattacieli, sì da ovviare al problema della mancanza di spazio proprio delle grandi metropoli americane.
A Milano, tuttavia, tale progetto era in via di concretizzazione già da tempo…
La costruzione del Bosco Verticale cominciò infatti tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010; definitivamente inaugurato e presentato ai cittadini il 17 ottobre 2014.
Non tutti però sanno di cosa stiamo parlando…
Il Bosco Verticale è un complesso di due palazzi residenziali a torre, la torre E e la torre D, alte rispettivamente 112 e 80 metri (27 e 19 piani) e collegate per mezzo di un basamento a “L”; progettato da Boeri Studio è situato nel Centro Direzionale di Milano.
Peculiarità di queste costruzioni è la presenza di più di duemila essenze arboree, tra arbusti ed alberi ad alto fusto, distribuite sui prospetti.
Si tratta di un ambizioso progetto di riforestazione metropolitana che, attraverso la densificazione verticale del verde, si propone di incrementare la biodiversità vegetale ed animale del capoluogo lombardo, riducendone l’espansione urbana e contribuendo alla mitigazione del microclima.
A testimonianza del suo riconoscimento architettonico, il Bosco Verticale è risultato vincitore di numerose competizioni:
– nel 2014, scelto tra ottocento grattacieli di tutti i continenti, è stato insignito dell’International Highrise Award, competizione internazionale a cadenza biennale per l’assegnazione del premio di grattacielo più bello del mondo come “esempio eccellente di rivitalizzazione di un centro urbano”;
– nel 2015, si è aggiudicato il premio come “grattacielo più bello e innovativo del mondo”, secondo una classifica redatta dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat: “Il Bosco Verticale è considerato ad oggi, in tutto il mondo, un esempio unico nell’utilizzo del verde in altezza e in proporzione. La facciata vivente dell’edificio, che incorpora numerosi alberi e oltre 90 specie di piante, svolge il ruolo di interfaccia attiva per l’ambiente circostante. Ciò che rende l’idea eccezionale è l’azione delle piante, che agiscono come estensione della copertura esterna dell’edificio. La giuria ha definito innovativa l’esplorazione della vitalità del verde su tali altezze”.
La vasta e favorevole ricezione che il Bosco Verticale ha avuto in Europa e nel mondo è testimoniata altresì dalla scelta della XXI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC di portarlo come esempio di “sviluppo urbano virtuoso ed esportabile”, facendo sì che tale esperimento venisse replicato anche nella municipalità cinese di Shijiazhuang, nella provincia dell’Hebei, con la costruzione di una città verde e sostenibile in osmosi con l’ambiente.
Il complesso residenziale è, in concreto, un vero e proprio bosco posto in verticale, ove le facciate sono costituite da essenze viventi di flora e fauna.
Le stesse pareti sono strutturate in modo da ospitare una innumerevole varietà di piante, la cui distribuzione non è frutto del caso, ma sono disposte, in facciata, per rispondere al comfort del fruitore e, in altezza, in funzione delle stagioni di fioritura delle singole specie, sia per rispettare le loro esigenze vitali che per favorire la percezione di mutevolezza del complesso; in questo modo, le sempreverdi sono collocate sul lato sud-ovest, mentre sul lato nord sono sistemate le specie spoglianti.
Ciascuno dei contenitori in cui le piante sono inserite è stato ideato per non influire eccessivamente sulla crescita radicale dell’essenza, scongiurando l’insorgere di difetti di radicazione: le dimensioni dell’invaso generalmente variano a seconda della pianta ivi messa a dimora; nel caso dell’albero, è lungo 1,10 metri e largo altrettanto, mentre per gli arbusti ed i cespugli sono stati adottati vasi di lunghezza e profondità minime pari a 0,5 metri.
Tutte le vasche sono inoltre dotate di uno strato impermeabile bituminoso e di un rivestimento protettivo, in grado di limitare efficacemente la radicazione.
Lungo le superfici interne degli invasi sono stati apposti degli elementi filtranti in non tessuto per smaltire l’acqua in eccesso; per ancorare le radici si è invece fatto ricorso ad un solido telaio in acciaio saldato. Il substrato di coltura di tutta la flora del Bosco è composto da sostanze organiche ed inorganiche usate in miscela, a mezzo altresì della scoria vulcanica porosa che per le sue caratteristiche presenta un’elevata ritenzione idrica, ottime capacità di scambio cationico ed una sostanziale durabilità nel tempo.
L’irrigazione delle alberature, infine, avviene mediante il recupero delle acque grigie prodotte dall’edificio ed attraverso l’utilizzo dell’acqua di falda.
I benefici di tale costruzione sono visibili e tangibili.
Il Bosco Verticale, infatti, contribuisce alla costituzione di un microclima che genera umidità, filtra le polveri sottili (o ne devia il percorso), attenua notevolmente l’inquinamento acustico, depura l’aria sottraendo CO2 dall’atmosfera ed emettendo O2, protegge dall’irraggiamento solare attraverso l’ombreggiatura fogliare e ripara dal vento, attraverso l’azione frangivento delle fronde.
Dal punto di vista faunistico, il Bosco tutela la biodiversità attraverso la creazione di habitat biologici: le numerosissime specie vegetali distribuite lungo le facciate, infatti, costituiscono un vero e proprio ecosistema in grado di attrarre volatili e insetti, “diventando un sensore urbano della ricolonizzazione vegetale e animale spontanea della città”.
Ricollegandoci alle necessità americane, il Bosco Verticale è inoltre un dispositivo anti-sprawl che “contribuisce a controllare e ridurre l’espansione urbana”: ciascuna delle due torri, infatti, se distribuita uniformemente sul territorio sotto forma di villette unifamiliari e palazzine andrebbe ad occupare una superficie di circa 50 000 metri quadrati.
Esulando dagli elementi tecnici, agli occhi di tutti i cittadini, il Bosco Verticale esibisce di stagione in stagione una propria cangiante policromia delle alberature che rivestono le sue superfici. Le essenze arboree, con il succedersi delle stagioni, non rinnovano infatti solo i loro colori, ma gli stessi dell’intera architettura … è così che le due torri durante la primavera assumono delicate tonalità pastello, mentre in autunno, alla fine della stagione vegetativa, si tingono di calde cromie autunnali.